Festeggiare gli ottant’anni in piena forma e potersi offrire la prima mostra fotografica personale. È quanto accade al cineasta ticinese Villi Hermann che presenta una selezione di scatti in bianco e nero realizzati tra il 1970 e il 2010 dal 14 novembre al 29 maggio alla Casa Rotonda di Casserio. Un’esposizione (accompagnata da un catalogo con testi di Alberto Nessi, Antonio Mariotti e dello stesso Hermann) che si apre con tre serie di «immagini di viaggio» che conducono il visitatore in Pakistan, Cina e Indonesia; per poi riportarlo alle nostre latitudini con tre reportage realizzati alcuni decenni fa in Malcantone e a Chiasso confluiti di recente in altrettanti cortometraggi.
Villi Hermann ha praticato la fotografia fin da giovanissimo, come testimonia il suo ultimo lungometraggio delicatamente autobiografico – «CHoisir à vingt ans» (2016) – nel quale lo si ritrova, poco più che ventenne, all’inizio degli anni Sessanta, quale insegnante di francese in uno sperduto villaggio dell’Algeria che ha appena conquistato l’indipendenza. La fotografia precede quindi il cinema nel campo delle sue attività creative, affiancandosi a pittura e disegno mentre studia alla Scuola d’arte di Lucerna e poi a Krefeld in Germania. Non è per nulla un caso che anche il protagonista di «Fed Up», il suo cortometraggio di diploma alla London Film School nel 1969, sia un fotografo, una caricatura di Thomas, il seducente fotografo di moda, protagonista di «Blow Up» (1966), il celebre lungometraggio di Michelangelo Antonioni.
La fotografia occupa un posto di rilievo nella filmografia del regista ticinese. Basti pensare che ha realizzato ben cinque lungometraggi documentari con o su altrettanti fotografi svizzeri: «En voyage avec Jean Mohr» (1992), «Mussolini, Churchill e cartoline» (2003) su Christian Schiefer, «Pédra. Un reporter sans frontières» (2006) su Jean-Pierre Pedrazzini, «From Somewhere to Nowhere» (2008) sulle tracce dei migranti interni in Cina con Andreas Seibert e «Gotthard Schuh. Una visione sensuale del mondo» (2011). Da notare inoltre che per il suo ultimo trittico di cortometraggi, realizzati durante il lockdown del 2020, Hermann ha «fatto rivivere» digitalmente tre serie di fotografie scattate in Ticino negli anni Settanta-Novanta. Sono così nati «Ultima sfornata», «Ultime luci rosse» e «Utima mazza».
La mostra, curata dall’Archivio fotografico Roberto Donetta, che si potrà visitare alla Casa Rotonda fino al 29 maggio 2022, non ha la pretesa di presentare tutti gli aspetti della produzione fotografica di Villi Hermann, ma di evidenziare le infinite relazioni che possono nascere tra fotografia e cinema, tra immagini fisse e immagini in movimento. Un dialogo che è onnipresente nell’opera del cineasta-fotografo e che sarà approfondito durante una serata a lui dedicata in programma a inizio 2022 al Cinema Teatro Blenio di Acquarossa.
Apertura della mostra: sabato e domenica dalle ore 14 alle 17 (tranne 25 e 26.12, 1 e 2.1, 16 e 17.4) oppure su appuntamento (tel. 091.8711263)