Programma manifestazione estate 2005
Sul sito www.infoinsubria.com (ricerca la parola chiave Donetta), è stato pubblicato da Cristina Foglia (presidente dell’Associazione Amici dell’Archivio Donetta), un articolo sul fotografo.
Una svolta a sinistra dalla strada principale, alcuni tornanti nel bosco di conifere e un altro mondo ci aspetta. Va indietro nel tempo di oltre cento anni e racconta, in immagini, la vita dei bleniesi e della loro valle. Un mondo che abita in una casa a pianta rotonda. No, non l’ha costruita Mario Botta, ma un capomastro che nel 1855 consegnò la costruzione perché se ne facesse una scuola con abitazione per il maestro o la maestra. In questa casa, da tempo i bambini hanno smesso di seguire le lezioni. Eppure, quanto si può imparare dalle fotografie che la casa racchiude! Siamo a Casserio, frazione di Corzoneso; la Casa Rotonda è l’Archivio che custodisce l’opera del fotografo bleniese Roberto Donetta, nato nel 1865 e morto povero e solo nel 1932 proprio fra quelle stesse mura.
La sua storia è bella e tragica come un romanzo: la passione per l’arte e la fotografia imparate da uno scultore, e una famiglia da sfamare, con ben sei figli. Una storia triste quella del pioniere della fotografia della Valle di Blenio. La moglie e i figli lo lasceranno uno ad uno per andare a guadagnarsi da vivere in Francia. Colpa del suo pessimo carattere: ancora oggi ci sono persone che se ne ricordano. Eppure dalle sue fotografie trapela bellezza, sensibilità e una grande capacità di composizione.
Un tronco, un fiore, le coppie appena sposate, la vecchia mamma sul letto di morte, il garzone di macelleria: tutte immagini scattate con estrema cura, con l’occhio dell’artista sempre attento a cogliere il dettaglio. Donetta sapeva creare il lusso là dove non c’era. Gli bastava stendere una tovaglia ricamata contro il muro di una stalla, drappeggiare un lenzuolo o posare un fiore, e la scenografia per i suoi soggetti era fatta. La natura e la bellezza del paesaggio gli fornivano il resto: prati assolati, candele di ghiaccio, passaggi impervi fra le rocce.
Tutto questo sarebbe andato perduto e pochi saprebbero dell’esistenza e dell’opera di questo personaggio se una maestra del paese non avesse incominciato a chiedersi dove erano finite le foto scattate da quell’omone dagli occhi azzurri che andava in giro con la macchina fotografica e la cassetta delle sementi a tracolla perché – diceva – la fotografia non basta alla vita. Mariarosa Bozzini ricordava che le sue zie, proprietarie di una piccola pensione, spesso gli offrivano un pasto caldo. Lui in cambio scattava loro qualche fotografia.
Cominciò così negli anni Settanta la ricerca delle lastre, ben 5000, che furono ritrovate intatte nei locali del municipio di Corzoneso. Con l’aiuto di Egidia Bozzini, Mariarosa Bozzini iniziò pazientemente a catalogare le lastre e fece stampare delle fotografie con cui allestire una piccola mostra per gli abitanti del paese. L’interesse fu subito grande e a poco a poco occhi esperti si posarono su quelle immagini.

Il fotografo locarnese Alberto Flammer e il direttore del Museo cantonale d’arte Marco Franciolli furono tra i primi estimatori dell’opera di Donetta; seguirono David Streiff, allora a capo della Fondazione svizzera per la fotografia e Christophe Brandt dell’Associazione per la difesa del patrimonio audiovisivo svizzera Memoriav. Una grande mostra al Museo cantonale d’arte nel 1993 fece conoscere ai ticinesi l’opera di uno dei suoi più grandi fotografi e oggi la Fondazione Donetta, grazie allo sforzo del comune di Corzoneso, è una realtà.
Dalla primavera del 2003 la Casa Rotonda ospita ogni estate una mostra di Roberto Donetta con una selezione di fotografie che vengono stampate con tecniche tradizionali da Alberto Flammer. In primavera e in autunno gli spazi si aprono anche ad artisti contemporanei in occasione di mostre che vengono visitate da estimatori e escursionisti di passaggio nelle terre di Corzoneso. Inoltre, grazie a Memoriav, tutta l’opera del fotografo bleniese è visibile in rete. Un piccolo paese, Casserio, che ha molto da raccontare!
Cristina Foglia