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Roberto Donetta

Nasce il 6 giugno 1865 a Biasca, ultimo di 4 figli di Carlo e Maria Donetta di Corzoneso, in valle di Blenio.

Roberto Donetta muore nel 1932, in miseria e in solitudine nella casa Rotonda di Casserio, all’età di 67 anni. La famiglia lo aveva abbandonato già da anni, per trasferirsi in Francia.

Le autorità pignorano le poche cose rimastegli per pagare vecchi debiti e le spese del funerale. La vendita all’incanto dei suoi beni va a buon fine, mentre restano invendute le 5000 lastre di vetro, che nessuno ritira e restano a disposizione del comune di Corzoneso. Oggi l’Archivio di Roberto Donetta è di proprietà del Comune di Acquarossa.

Le informazioni sui primi vent’anni di vita del Donetta sono piuttosto scarse. La prima notizia sicura è la data del suo matrimonio con Teodolinda Tinetti nel 1886, da cui nasceranno sette figli. Vista la difficile situazione economica Donetta è costretto ad emigrare, come la maggior parte dei suoi compaesani.

A partire dal 1889 durante i mesi invernali si trasferisce nel Nord Italia per svolgervi il mestiere di marronaio. Dopo il ritorno in valle assume la carica di funzionario militare, carica che non mantiene a lungo. Nel 1894, infatti, si trasferisce a Londra dove resta fino al 1895.

Per far quadrare i conti Donetta s’impegna in qualità di venditore ambulante di sementi. Nello stesso tempo inizia ad interessarsi di fotografia, grazie anche allo scultore Dionigi Sorgesa, che oltre a dargli prime nozioni, gli presta anche un apparecchio fotografico.

Nel 1901 si stabilisce a Casserio, frazione di Corzoneso, dove trascorrerà il resto della sua vita. Una vita di sacrifici: per sfamare la famiglia lavora come marronaio, venditore di sementi e fotografo. È in queste occasioni che fissa sulle lastre fotografiche gli avvenimenti che avrebbero trasformato la valle, oltre a matrimoni, battesimi, funerali. Ma Roberto Donetta seppe anche cogliere la vita quotidiana nei suoi vari aspetti. Tra i temi più ricorrenti figurano il lavoro, la natura e i passatempi. Delle sue immagini colpisce l’alta qualità fotografica, che oggi colloca la sua opera ben oltre la mera registrazione di avvenimenti della valle. La sua immensa curiosità, unita ad una personalità marcata, lo porta verso sperimentazioni formali audaci, molto personali, che lo fanno entrare di diritto fra i maggiori fotografi del suo tempo nel Ticino d’inizio ‘900.