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Antonio Mariotti, Presentazione della mostra fotografica di Carlo Alberto Rusca e Tommaso Donati

ANTONIO MARIOTTI: presentazione della mostra di Carlo Alberto Rusca e Tommaso Donati, Casa Rotonda, 20.03.2016

Quella in corso fino al 3 aprile del prossimo anno alla Casa Rotonda di Corzoneso-Casserio è la quarta mostra organizzata a partire dal 2012 dalla Fondazione Archivio Roberto Donetta, con il sostegno di BancaStato, e dedicata all’opera di fotografi ticinesi contemporanei. Dopo Marco D’Anna, Alfonso Zirpoli ed Edgardo Gandolfi, quest’anno la scelta è caduta su due giovani artisti che non avevano ancora avuto l’opportunità di tenere una mostra personale né di poter contare su una pubblicazione dedicata alle loro immagini: Carlo Alberto Rusca e Tommaso Donati. Si tratta di un’esplorazione contemporanea di due generi classici nell’ambito della fotografia: il nudo e la natura morta.

Come scrive lo stesso Rusca nel presentare il suo progetto «Ultra corpo ciclo 1» nel «Miniquaderno #4» pubblicato per l’occasione: «Come la macchina da presa o l’ apparecchio fotografico, il limite fisico dell’occhio umano riduce il reale a un’ approssimazione. Affascinato da questa riflessione ho iniziato a indagare sulle tecniche fotografiche che permettessero di catturare la luce che l’occhio umano non è in grado di vedere». Un’indagine complessa che lo ha condotto alla modifica del sensore di un apparecchio fotografico digitale che gli permettesse di scrutare qualche millimetro al di sotto della superficie della pelle umana, così come da adolescente – uscendo a pescare con la sua barca sulle acque del Lago Maggiore – desiderava scoprire le cose che succedevano sotto la traslucida epidermide del lago.

In questo modo, come scrive Elisa Rusca a proposito del lavoro in mostra a Corzoneso, «I vasi sanguigni di ognuno, unici per ciascuno seppur identici per tutti nell’assoluto, vengono rivelati dalla macchina fotografica. Tatuaggi invisibili altrimenti, sulle fotografie di Rusca emergono come le venature delle foglie, come fiumi nelle prime vedute aeree, come crepe e segni su pareti rocciose. Colori e superfici svaniscono, obbligandoci a pensare al di là dei classici paradigmi visivi; un omaggio alla fotografia delle origini, ma anche un’analisi diversa e straniante della luce e del senso stesso del reale. Ultra Corpo dimostra che l’” essenziale è invisibile agli occhi” (Saint Exupéry, Il piccolo principe), lasciandoci in bilico tra quello che vediamo e quello che crediamo di vedere».

Da parte sua, con «nuovo cristo», Tommaso Donati presenta un lavoro interamente realizzato in valle di Blenio, in particolare nelle celle frigorifere di una macelleria. A questo proposito, il testo di Elio Schenini pubblicato nel catalogo presenta in maniera molto chiara il percorso storico della raffigurazione pittorica della carne macellata, dall’epoca romana ai giorni nostri, passando attraverso gli affreschi medievali e – in particolare – la scuola olandese e fiamminga del Cinque e Seicento, con il dipinto «Il bue squartato» di Rembrandt (1655) nel quale per la prima volta emerge il legame tra l’animale macellato e il Cristo crocefisso. Un parallelismo che si ritroverà nei secoli successivi nelle opere di diversi altri artisti per raggiungere una sua originale articolazione nei dipinti di Francis Bacon (1909-1992) che ebbe a dichiarare in un’intervista: «le immagini di mattatoi e di carne macellata mi hanno sempre molto colpito. Mi sembrano direttamente legate alla Crocifissione […]. Che altro siamo, se non potenziali carcasse? Quando entro in una macelleria, mi meraviglio sempre di non esserci io appeso lì, al posto dell’animale».

Come scrive Schenini: «Spingendosi dietro ai banconi delle macellerie, dove la carne dopo essere stata privata della sua originaria forma animale viene venduta, l’artista entra all’interno delle celle frigorifere per ritrarre le carcasse animali, oggi quasi sempre invisibili agli occhi del consumatore, e gli spazi dove queste vengono lavorate. Nelle fotografie che compongono questa serie lo sguardo dell’artista non si ritrae mai, nemmeno di fronte ai dettagli più macabri, ma osserva ogni cosa con distaccata imperturbabilità».

Cosa accomuna dunque questi due progetti? Di certo la voglia di andare oltre la superficie delle cose, di superare le apparenze. Scrutare sotto la pelle umana o animale senza la preoccupazione di «fare schifo» ma, al contrario, con la consapevolezza e il coraggio che per superare i preconcetti e gli stereotipi bisogna osare.

Antonio Mariotti nuovo cristo, fotografie di Tommaso Donati; Ultra corpo ciclo 1, fotografie di Carlo Alberto Rusca.
Corzoneso-Casserio, Casa Rotonda, fino a domenica 3 aprile 2016 (sabato, domenica e festivi dalle ore 14 alle 17).